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Il settore moda è l’unico che da circa un secolo cerca di
allontanarsi dalle idee e dalle norme di genere che la società impone, provando a mettere in discussione la netta suddivisione tra i generi. Gli esempi di gender blurring ne sono la prova, basti pensare al modello di donna androgina, longilinea e piuttosto priva di forme delle ultime passerelle.

Louise Brooks, una donna “sessualmente libera” fu tra le prime dive ad osare abiti maschili al cinema, vogliosa di sperimentare, priva di remore nel posare senza veli per foto di nudo artistico che giocò spesso con l’ambiguità di genere, non soltanto sullo schermo ma anche nella sua vita privata.
Numerosi stilisti e case di moda hanno iniziato ad interessarsi ai modelli androgini e ad assumerli per sfilare sia per le collezioni maschili sia per quelle femminili. Persone che sfidano i clichè di genere, tanto nella vita di tutti i giorni quanto in ambito lavorativo, identificandosi al di fuori del binarismo.

L’iconica Coco Chanel fu la prima stilista ad allontanarsi dai classici vestiti femminili e puntò al tailleur femminile, proponendo il pantalone per la donna per sottolineare il potere di allontanarsi dal timore di non poter allargare anche solo di un centimetro le gambe e non dover assumere sempre posizioni stringenti e serrate, quindi liberarsi sul piano della personalità e di emancipazione.
A seguire Valentino, Jean Paul Gaultier hanno sfidato ogni tendenza maschilista arrivando, quest’ultimo, a proporre la gonna per l’uomo.

Certo è che se la donna si veste da uomo può sembrare anche attraente, misteriosa e originale, ma un uomo che indossa una maglia – camicia a fiori, al di fuori dello stile Hawaiano, o una gonna, non è ancora per niente accettato, anzi!

Fortunatamente ci pensano però le nuove generazioni a “strafare”! Lo smalto che spunta sulle unghie dei ragazzi, lo genderless, sono dei chiari segnali della volontà di eliminare il concetto storico di “normalità”.

Perchè allora se (almeno qualche volta) si accetta lo smalto sulle unghie degli uomini non lo si fa anche con una donna che decide di cambiare il suo sesso ma si rimanere distanti e non si accetta ancora fino in fondo?

La moda lo fa!
Possiamo tranquillamente dire che è la moda che sta segnalando una mutazione dell’intendere se stessi nel contesto sociale e relazionale. Si è andati verso una progressiva cancellazione delle differenze abissali tra l’armadio di lui e l’armadio di lei. Il vestito non copre solo il nostro corpo ma parla anche di noi. Deve farlo senza preoccuparsi dei pregiudizi di chi ci guarda per strada.

E anche noi lo vorremmo.
Vorremmo eliminare, spingere a muovere qualche piccolo passo affinché tutti possano essere realmente se stessi senza canoni e senza ideali imposti da seguire per essere realmente accettati. Di camminare per strada senza timori, di cambiare il proprio sesso e sentirsi davvero liberi.

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